domenica 28 febbraio 2016

I vincitori degli Oscar 2016

Siamo arrivati alla più attesa notte dell'anno. I vincitori di questa 88° edizione sono Mad Max: Fury Road, che porta a casa sei premi, tutti tecnici; Revenant per regia, fotografia e attore protagonista e soprattutto Il caso Spotlight che conquista la sceneggiatura originale e il premio di Miglior Film.
Una breve cronoca della magica serata degli Oscar qua di seguito:

Sono le ore 2.33 quando Chris Rock compare sul palco del Dolby Theatre e inizia la cerimonia, cercando, com' era prevedibile, di sdrammatizzare sulle polemiche circa l'esclusione degli afroamericani dalle nominations di quest'anno.
Il primo premio assegnato è quello alla Migliore Sceneggiatura Originale, annunciato da Charlize Theron ed Emily Blunt, che lo consegnano, senza sorprese, a Josh Singer e Tom McCarthy per Il caso Spotlight. Come da previsione anche la vittoria di Charles Randolph e Adam McKey alla Miglior Sceneggiatura non originale per La Grande Scommessa, annunciata da Russel Crowe e Ryan Gosling.
Segue la migliore attrice non protagonista, presentata da J. K. Simmons: Alicia Vikander per the Danish Girl! 
Da copione la vittoria di Jenny Beaven, per i Costumi, Colin Gibson per le Scenografie, di Vanderwalt&Co. per il trucco/acconciatura, Margaret Sixel per il Montaggio, Mark Mangini e David White per il Montaggio Sonoro e Jenkins-Rudolff-Osmo nel Sonoro di Mad Max: Fury Road. Mentre Lubezky vince con la Fotografia di Revenant.
Alle 3.56 è la volta del premio agli Effetti Speciali, che si aggiudica Ex Machina grazie al lavoro di Whitehurst e collaboratori.
Momento cartoni animati: statuette per Bear Story come cortometraggio animato e a Inside Out come Miglior Film d'Animazione.
Ore 4 e 32 minuti: Patricia Arquette annuncia la meritatissima vittoria di Mark Rylance come Miglior Attore Non Protagonista per il bellissimo ruolo della spia russa ne Il Ponte delle Spie di Steven Spielberg!

Documentari: il miglior cortometraggio doc è A Girl in the River:the Price of Forgiveness, mentre l'Oscar di Miglior Documentario va ad Amy.
Sempre commovente è il momento In Memoriam: tra i tanti vengono ricordati Christopher Lee, Ettore Scola, Alan Rickman, Leonard Nimoy, Omar Sharif, David Bowie.
Miglior Cortometraggio: Stutterer, consegnata dal piccolo Jacob Trembley insieme ad Abraham Attah.
Miglior Film Straniero si conferma Son of Saul, opera del giovane regista ungherese László Nemes
Miglior Colonna Sonora: Ennio Morricone per The Hateful Eight. E ne siamo estremamente felici.
Jimmy Napes e Sam Smith vincono con la Miglior Canzone (Writing's on the Wall) tratta dal film di 007:Spectre.


Senza sorpresa alcuna la vittoria della regia di Iñárritu.
Migliori Interpretazioni recitative da protagonisti secondo quanto si era previsto: a Brie Larson per Room e a Leonardo DiCaprio -finalmente- per Revenat.




Last but not least, Miglior Film dell'anno, proclamato da Morgan Freeman: Il caso Spotlight! Unica vera sorpresa della serata che però ci piace molto.
Premio aggiuntivo alle peggiori cavolate dette nel corso della serata ai commentatori della diretta di MTV. Intenditori di cinema quanto me della fisica quantistica.
Infine la moda. Quest'anno i vestiti delle Stars ci hanno lasciate un po' perplessi. Le più belle e ben vestite sono a parer mio: Naomi Watts, Jennifer Gardner, Charlize Theron, Julienne Moore, Sofia Vergara e Rachel MaDams. E simpaticissimo il piccolo Jacob Trembley coi suoi gemelli di Star Wars.


E ciò detto: buonanotte!

martedì 23 febbraio 2016

Mad Max: un Blockbuster di classe agli Oscar

Il film di George Miller Mad Max: Fury Road riprende la serie cult lanciata da Mel Gibson negli anni '80 sulle avventure di Max Rockatansky e del suo Interceptor e diventa un piccolo capolavoro del suo genere.
Premetto che questo non è il mio genere e che mi sono forzata a vederlo spinta dalla curiosità di scoprire l'origine delle tantissime nomination (e le vittorie) a tutti i premi di quest'anno. E devo ammettere che sono rimasta piacevolmente sorpresa.



Mad Max parte malissimo in principio, con un'ambientazione e una scena d'apertura che farebbero presagire l'inizio del peggiore dei B-movie, tranne che per un significativo dettaglio: una fotografia mozzafiato, che insieme alla scenografia conferiscono all'ambientazione del film un livello molto superiore rispetto a qualsiasi film di serie B.
La trama, oltretutto, va detto subito che è iconsitente, per non dire assente. Si regge esclusivamente sul McGuffin del "luogo verde", a cui sono dirette, guidate nella loro fuga dall'Imperatrice Furiosa (Charlize Theron), le donne dell'harem del tiranno, Immortal Joe, che governa una terra desertica di gente assetata e affamata e che è a capo di alcuni malaticci Figli della Guerra che cercano di morire in modi ammirevoli per servire il loro signore.
La cosa straordinaria è che a questa fuga, con inseguimenti e sparatorie spettacolari al sapore di adrenalina, non occorre altro per funzionare.
In tutto questo il pazzo Max ci rientra per sbaglio, imbattendosi nelle fuggiasche, cercando a sua volta di scappare dai Figli della Guerra, che lo avevano catturato per servirsene (il che ha un po' di assurdo) come sacca di sangue trasfusionale portatile.



Il film, se vogliamo ridurlo ai minimi termini, non è altro che un riuscitissimo blockbuster dai ritmi altissimi, piuttosto ruffiano e con una storia abbastanza assurda, ma funziona, coinvolge ed è uno spettacolo di tecnica.
Oltre alla fotografia di John Seale e alle scenografie di Colin Gibson (queste ultime hanno già vinto BAFTA e Art Directors Guild Award), sono eccellenti il montaggio (che ha vinto a sua volta BAFTA e ACE EDDIE Awards) e regia, candidata anch'essa a ogni premio a cui poteva essere candidata, ma destinata a essere battuta dall'inarrestabile Inarritu.
Straordinario il trucco, che sembra battere persino quello di Revenant, di Natasha du Toit e Lian van Wyk, già in possesso anche loro del loro BAFTA, così come Jenny Beaven, che se ne è presa uno per i costumi. E sono quattro quindi gli oscar inglesi, che Mad Max si è aggiudicato.
Validissimo anche il sonoro, candidato a sua volta, ma che non è stato premiato e che, pare, non lo
sarà.
Buone e convincenti le interpretazioni dei due attori protagonisti: Charlize Theron, bellissima e molto capace in una parte in cui non ce la saremmo immaginata, forse, se non l'avessimo vista e Tom Hardy, sempre più bravo di ruolo in ruolo.


Dopo la visione mi sono completamente ricreduta sull'opinione che mi ero fatta a priori. La tecnica del film è ottima e riabilita questo prodotto da ridicolo e commerciale film di fantasia a raffinata opera d'intrattenimento.
C'è un unico cruciale nodo che mi rimane inspiegabile: può un film come questo, per quanto curatissimo, non dico vincere ma anche solo essere candidato agli Oscar come miglior film?

Perché per me si merita tutti i premi tecnici che ha ricevuto e a cui aspira, ma non quest'ultima menzione, che per ricevere avrebbe dovuto essere retto da una vera sceneggiatura (non necessariamente una sceneggiatura da oscar, ma almeno che potesse chiamarsi tale).


Carol e la Favola degli Anni '50

Patinato.
Patinatissimo: è il prodotto confezionato da Todd Haynes partendo dal romanzo di Patricia Highsmith, che in Italia uscì giusto col nome di Carol, sceneggiato per l'occasione da Phyllis Nagy.

Carol è Cate Blanchett, che interpreta la bellissima donna che fa perdere la testa alla più giovane Therese Belivet (Rooney Mara), commessa in un grande magazzino della New York degli anni '50, dove, a pochi giorni da Natale, conosce proprio l'affascinante Carol Aird, che cercava una bambola da regalare alla figlia.
Giorni dopo Therese ha modo di rivedere questa raffinata signora ,che aveva dimenticato i guanti sul bancone del reparto, e a cui li aveva rispediti, poiché per ringraziarla della premura la invita a pranzo fuori.
Da quel momento le due donne cominciano a frequentarsi molto spesso e nasce un'attrazione irresistibile tra loro.
Ma il matrimonio della signora Aird è finito e il divorzio dal marito sarà molto difficile per Carol, che rischia l'affidamento della figlia se non rinuncerà alla relazione con Therese.

All'uscita nelle sale, il film è stato osannato per la squisita realizzazione tecnica, la regia, il cast.
Effettivamente gli anni '50 si materializzano sotto gli occhi dello spettatore, grazie alle scenografie, il trucco, le acconciature e i costumi, questi ultimi candidati all'Oscar, insieme alla fotografia di Ed Lachman, che per aiutare a percepire meglio il periodo in cui si svolge la storia sceglie il formato 16 mm, alla sceneggiatura non originale e alle attrici protagoniste. In verità, tranne che ai Golden Globes, Cate Blanchett e Rooney Mara sono state inserite in due diverse categorie a BAFTA, SAG e Oscar: rispettivamente nella sezione Protagonista e Non Protagonista.
Ai Golden Globes, però, erano state nominate anche la colonna sonora di Carter Burell, la regia di Haynes e persino il film aveva avuto una menzione come miglior film drammatico.
Ai BAFTA il film aveva addirittura avuto nove candidature (alla pari con Il Ponte delle Spie): film, regia, costumi, trucco-parrucco, attrici, sceneggiatura, fotografia e scenografia.
Uno spettacolare numero di nominations e un plauso pressoché unanime dalla critica e dal pubblico, ma nessun premio. Dai pronostici sembra sfavorito anche agli oscar nelle cinque categorie in cui è rappresentato.
Sotto quasi ogni punto di vista, la pellicola è impeccabile. Scenografie perfette. Il clima degli anni '50 replicato fedelissisimamente, tanto da somigliare a un certo punto alla rappresentazione parodica che Filippo Timi ne ha fatto nel suo spettacolo teatrale Favola, dove denunciava la finta, superficiale, apparente perfezione della vita americana di quel periodo.

Filippo Timi nello spettacolo Favola; in Carol c'è una scena che ritrae Cate Blanchett esattamente nello stesso atteggiamento: seduta ai piedi dell'albero di Natale nell'atmosfera irreale del suo soggiorno
Colonna sonora ad oc, piuttosto piacevole. Fotografia bellissima e anche molto autocompiacente.
Le attrici sono notevoli: buona sorpresa Rooney Mara. Un po' sotto le aspettative Cate Blanchett, che è sì bravissima, ma non più del suo standard e non così focosa e convincente come in Blue Jasmine.
La regia è perfezionista, la sceneggiatura è un po' fredda: non c'è mai un vero appassionarsi alla storia. A questo film manca l'anima. Tutto scorre in modo che il pubblico resti molto distaccato dalla storia e dalle sue eroine. Ed è stato anche fatto notare che da un simile prodotto ci si aspettava molto più coinvolgimento e ardore.
La nota veramente dolente del film, il solo reale difetto, che compromette la perfezione del film è l'intollerabile lentezza.

In generale a me la pellicila non ha convinto: mi è mancato il coinvolgimento sopracitato (deficit che imputo alla sceneggiatura, al montaggio, al ritmo e alla regia) e ho trovato tutto questo perfetto tecnicismo addirittura stucchevole.

martedì 16 febbraio 2016

Waiting Academy Awards: tutti i premi di categoria

Con l'assegnazione dell'ultimo premio, il WGA Award alle scenneggiature, sabato 13 febbario, si concludono le premiazioni che anticipano gli Oscar e che pronosticano generalmente quelli che saranno i vincitori delle relative categorie decretati dall'Academy.
Quindi, aspettando il 28 febbario, dopo aver visto Golden Globes, SAG, BAFTA, vediamoci anche i vincitori di questi premi, sconosciuti se non si mastica troppo spesso l'argomento cinema.

Il primo di questi premi ad essere stato assegnato, il 23 gennaio 2016, all'Hyatt Regency Century Plaza di Los Angeles, è il PGA (Producers Guild of America) Award, il premio per la miglior produzione, quindi il Miglior Film. A sorpresa non lo ha vinto Revenant, come tutti si aspettavano, ma La Grande Scommessa, battendo il sopracitato film di Inarritu, The Martian, Il Ponte delle Spie, Brooklyn, Sicario, Mad Max, Ex Machina, Straight Outta Compton e Il caso Spotlight.
A vincere tra i film d'animazione è Inside Out, questo invece secondo pronostici, contro Il viaggio di Arlo, Anomalisa, il film dei Minions e quello dei Peanuts. E tra i documentari, anche questo già previsto, Amy.

Il 29 gennaio 2016 invece va in scena, al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills, la proclamazione del 22° vincitore degli ACE EDDIE Awards, cioè i premi al Miglior Montaggio, che vengono vinti da Margeret Sixel per Mad Max: Fury Road per un film drammatico, da Hank Corwin per La Grande Scommessa (per una commedia), da Kevin Nolting per Inside Out (in un film animato) e infine da Chris King per il documentario, Amy.

Tocca al premio delle Scenografie, l'ADG (Art Directors Guild) Award (Exellence in Production Design), consegnato il 31 gennaio 2016. Le migliori scenografie sono dunque quelle di The Martian, di Arthur Max, in un film contemporaneo; per un film ambientato nel passato vincono quelle di Jack Fish per The Revenant; infine Colin Gibson si aggiudica quelle di un film fantastico, con Mad Max.

Il DGA (Directors Guild of America) Award, alla sua 68° edizione, è stato assegnato per il secondo anno consecutivo a Alejandro G. Inarritu. Gli altri candidati (gli stessi in lizza per l'Oscar) erano George Miller per Mad Max, Ridley Scott per The Martian, Adam McKay per La Grande Scommessa e Tom McCarthy per Il Caso Spotlight.
Anche questa cerimonia si è tenuta all'Hyatt Regency Century Plaza di Los Angeles, il 6 febbraio 2016. Dato che nei suoi 68 anni di storia solo otto volte chi ha vinto questo premio non ha poi vinto l'Oscar e dati i premi che ha collezionato fin qui il regista messicano per il suo Revenant, si può dire che abbiamo già un sicuro vincitore mella categoria Regia, per la notte del 28 febbraio.
Oltre al premio per la Miglior Regia in un film, è stato consegnato anche quello al miglior Regista per un Documentario, a Matthew Heineman per Cartel Land, e quello per la miglior "prima volta" alla direzione di un film, ad Alex Garland col suo Ex Machina.

Ultimo, come accennato, il WGA (Writers Guild of America) Award, che il 13 febbraio 2016, ancora una volta all'Hyatt Regency Century Plaza di Los Angeles, è stato assegnato per la Miglior Sceneggiatura Originale (a Josh Singer e Tom McCarthy, per Il caso Spotlight), la Miglior Sceneggiatura Non Originale (a Charles Randolph e Adam McKay per La Grande Scommessa) e la Migliore Sceneggiatura di un Documentario (ad Alex Gibney per Going Clear: Scientology and the Prison of Belief).

Tarantino o Agatha Christie?

And then there were none...
E infine non ne rimase nessuno...

Mezzo western, a tratti giallo e in parte anche Hitchcockiano, per la regia e le riprese (la logica della cinepresa), un certo gusto per il mistero (poiché ci si chiede tutto il tempo chi sta con chi) e il "luogo chiuso" del rifugio di Minnie, dove si ambienta per gran parte la vicenda, che rimanda alle claustrofobiche scenografie in cui il Maestro Inglese amava inscenare i suoi film.
Questo è il nuovo film di Tarantino. L'ottavo (e forse è per questo o perché suonava meglio di Nine o Ten, che si chiama The Hateful Eight).

La vicenda inizia in una tormenta di neve:
una diligenza trasporta un cacciatore di taglie, John Ruth, e la sua prigioniera, ammanettata a lui (Daisy Domergue, che non sapremo mai cosa ha fatto per meritarsi la forca), verso la vicina Red Rock, dove l'uomo la consegnerà allo sceriffo perché venga processata e impiccata.
Il cocchiere O.B. si ferma però due volte durante il viaggio, allorché incontrano nella neve altri due uomini rimasti a piedi: un altro cacciatore di taglie, Marquis Warren, con tre ricercati già stecchiti e pronti a loro volta per il viaggio verso Red Rock, e un uomo, Chris Mannix, che dice di essere il prossimo sceriffo proprio della cittadina verso cui sono diretti.
Data l'impossibilità di proseguire il viaggio, la diligenza coi suoi 5 passeggeri si ferma all'emporio di Minnie, conosciuto luogo di ristoro da parte di tutti i frequentatori del Wyoming. Ma i proprietari, Minnie e Sweet Dave, non ci sono; al loro posto c'è un messicano di nome Bob, che spiega di badare all'emporio per conto di Minnie mentre questa è andata a trovare la madre con Sweet Dave.
Dentro al rifugio ci sono altri tre uomini: un inglese, Oswaldo Mobrey, che pare essere il boia della zona, un renchero di nome Joe Gage, che torna a trovare la mamma, e un vecchio generale sudista, Sanford Smithers.
Una volta chiusi tutti e nove (gli odiosi otto del titolo e O.B.) dentro il piccolo spazio la situazione precipita in un tempo relativamente breve.
La gran parte del film (il primo tempo) scorre molto lenta, tra presentazioni e convenevoli dei vari personaggi. I dialoghi stentano a funzionare. Zoppicano. Sono fiacchi. Non c'è brio.
Nella seconda parte, com'era giusto aspettarsi da un film di Tarantino e dal trailer, le cose si muovono un po' di più (mica tanto più velocemente) e si animano finendo in una carneficina.
In sostanza: si ammazzano tutti fra di sé (non spoilererò come e perché) finché "non ne rimase più nessuno", proprio come nel finale del famoso giallo di Agatha Christie, Dieci Piccoli Indiani, tant'è che i personaggi in verità sono dieci e non otto.



La realizzazione del film è molto buona sul piano tecnico: buona regia, bellissime le riprese e la fotografia: la scena d'apertura coi titoli di testa è perfetta e rimanda ai vecchi westner leoniani, grazie anche alla colonna sonora di Ennio Morricone. Musiche davvero bellissime.
Arrancano invece, come già accennato, i dialoghi e -in generale- la sceneggiatura, che in tanti punti non convince. La durata di 2 ore e 50 minuti è eccessiva, vuoi perché il ritmo lento li fa sentire tutti, vuoi perché è stato tirato per le lunghe solo per il gusto di farlo, poiché alcuni personaggi avrebbero potuto uccidere tutti gli altri molto prima, togliendoci un'ora e mezza di tedio.

domenica 14 febbraio 2016

Winners of BAFTA 2016

Finita da pochissimo la cerimonia di assegnazione dei BAFTA.
The winners are...





The Revenant ha appena vinto come Miglior Film, confermando tutti i risultati finora ottenuti, poiché viene premiato anche per la Regia di Alejandro Iñárritu, per il Sonoro, per la Fotografia di Lubetzky e per il Miglior Interprete maschile, Leonardo DiCaprio.
Secondo posto sul podio di chi si aggiudica più titoli (4) è Mad Max: Fury Road che sbanca i premi tecnici: Scenografia, Costumi, Trucco e Acconciatura e Montaggio.





Gli altri attori a portare a casa il
BAFTA sono Brie Larson, confermata come Migliore Attrice Protagonista; ancora Kate
Winslet dopo il Golden Globe nella categoria Attrici Non Protagoniste e










Mark Rylance,
Miglior Attore in a Supporting Role. Come già raccontato, quest'anno questa è la categoria con più sorprese, che vede già adesso tre diversi vincitori. Chi si aggiudicherà la statuetta dell'Academy Awards fra due settimane? Il più probabile potrebbe davvero essere Rylance, la cui interpretazione nel premio Ponte delle Spie è stata magistrale (e la preferita dall'autrice del blog).
Ricordiamo con piacere la vittoria di Ennio Morricone, la cui colonna sonora per The Hateful Eight sembra galoppare verso gli Oscar, dopo il successo ottenuto anche stasera.

Passiamo alle sceneggiature: le migliori sono quella di McCarthy&Singer per quella Originale (Il caso Spotlight) e quella di McKay&Randolph, la Non Originale (La Grande Scommessa).
Gli Effetti Speciali vincenti sono invece quelli del Settimo Star Wars, nel quale recita la Stella Emergente premiata stasera, John Boyega.


Gli altri film che hanno vinto stasera: Brooklyn (Miglior Film Britannico); Storie Pazzesche (Miglior Film Straniero, che è dell'argentino Dámian Szifron); Amy (Miglior Documentario sulla vita della cantante Winehouse); Inside Out (Miglior Film d'Animazione); Edmond (Miglior Corto d'Animazione inglese); Operator (Miglior Cortometraggio inglese).
Infine miglior debutto per un regista/sceneggiatore/produttore britannico va a Naji Abu Nowar, sceneggiatore e regista di Theeb e al suo produttore Rupert Lloyd.

martedì 9 febbraio 2016

Nominations ai Premi BAFTA 2016

Si terrà anche quest'anno alla London's Royal Opera House, come da otto anni a questa parte, la 69° cerimonia di consegna dei premi della British Academy Film, che avverrà questa domenica, 14 febbraio. E per l'undicesimo anno sarà l'impagabile e insostituibile Stephen Fry a presentarle.
Queste le candidature:

Miglior Film
La Grande Scommessa (McKey)
Il ponte delle Spie (Spielberg)
The Revenant (Inarritu)
Carol (Haynes)
Il Caso Spotlight (McCarthy)

Miglior Regia
Todd Haynes
Alejandro González Iñárritu
Adam McKey
Ridley Scott
Steven Spielberg

Miglior Sceneggiatura Originale
Alex Garland (Ex Machina)
Matthew Charman, Ethan e Joel Coen (Il Ponte delle Spie)
Josh Coley, Pete Docter, Meg LeFauve (Inside Out)
Tom McCarthy, John Singer (Il Caso Spotligh)
Quentin Tarantino (The Hateful Eight)

Miglior Sceneggiatura Non Originale
Emma Donoghue (Room)
Nick Hornby (Brooklyn)
Adam McKay, Charles Randolph (La Grande Scommessa)
Phyllis Nagy (Carol)
Aaron Sorkin (Steve Jobs)




Miglior Attore Protagonista
Leonardo DiCaprio (the Revenant)
Eddie Redmayne (The Danish Girl)
Micheal Fassbender (Steve Jobs)
Matt Damon (The Martian)
Bryan Cranston (Trumbo)

Miglior Attrice Protagonista
Brie Larson (Room)
Saoirse Ronan (Brooklyn)
Cate Blanchett (Carol)
Alicia Vikander (The Danish Girl)
Maggie Smith (The Lady in th Van)

Migliore Attore Non Protagonista
Benicio Del Toro (Sicario)
Christian Bale (La Grande Scommessa)
Idris Elba (Beast of No Nation)
Mark Ruffalo (Il Caso Spotlight)
Mark Rylance (Il Ponte delle Spie)

Migliore Attrice Non Protagonista
Kate Winslet (Steve Jobs)
Alicia Vikander (Ex Machina)
Rooney Mara (Carol)
Jennifer Jason Leigh (The Hateful Eight)
Julie Walters (Brooklyn)

Migliore Colonna Sonora
Thomas Newman (Il Ponte delle Spie)
Ennio Morricone (The Hateful Eight)
Carsten Nicolai, Ryuichi Sakamoto (The Revenant)
Jóhann Jóhannsson (Sicario)
John Williams (Star Wars: Il Risveglio della Forza)

Miglior Sonoro
Il Ponte delle Spie
Mad Max: Fury Road
The Martian
The Revenant
Star Wars: Il Risveglio della Forza

Migliore Fotografia
Janusz Kaminski (Il Ponte delle Spie)
Ed Lachman (Carol)
John Seale (Mad Max: Fury Road)
Emmanuel Lubezky (The Revenant)
Roger Deakins (Sicario)

Miglior Scenografia
Il Ponte delle Spie
Carol
Mad Max: Fury Road
The Martian
Star Wars: Il Risveglio della Forza

Miglior Montaggio
La Grande Scommessa
Il Ponte delle Spie
Mad Max: Fury Road
The Martian
The Revenant

Migliori Effetti Speciali
Ant Man
Mad Max: Fury Road
Ex Machina
The Martian
Star Wars: Il Risveglio della Forza

Migliori Costumi
Brooklyn
Carol
Cenerentola
Mad Max: Fury Road
The Danish Girl

Miglior Trucco e Acconciatura
Brooklyn
Carol
The Revenant
Mad Max: Fury Road
The Danish Girl

Miglior Film Straniero
Theeb (Giordania) di Naji Abu Nowar
Nie Yinniang (Taiwan) di Hou Hsiao-hsien [Premio della Regia al Festival di Cannes]
Turist (Svezia) di Ruben Östlund
Timbuktu (Francia) di Abderrahmane Sissako
Relatos Salvajes (Argentina) di Damiàn Szifron

Miglior Film d'Animazione
Inside Out
Minions
Shaun, vita da pecora - il film

Miglior Documentario
Cartel Land (Heineman)
Malala (Guggenheim)
Amy (Asif Kapada) [candidato anche a Miglior Film Britannico]
Listen to me Marlon (Riley)
Sherpa (Peedom)

Miglior Cortometraggio Britannico
Elephant
Mining Poems of Odes
Operator
Over
Samuel-613

Miglior Cortometraggio Animato Britannico
Edmond
Manoman
Prologue