martedì 23 febbraio 2016

Carol e la Favola degli Anni '50

Patinato.
Patinatissimo: è il prodotto confezionato da Todd Haynes partendo dal romanzo di Patricia Highsmith, che in Italia uscì giusto col nome di Carol, sceneggiato per l'occasione da Phyllis Nagy.

Carol è Cate Blanchett, che interpreta la bellissima donna che fa perdere la testa alla più giovane Therese Belivet (Rooney Mara), commessa in un grande magazzino della New York degli anni '50, dove, a pochi giorni da Natale, conosce proprio l'affascinante Carol Aird, che cercava una bambola da regalare alla figlia.
Giorni dopo Therese ha modo di rivedere questa raffinata signora ,che aveva dimenticato i guanti sul bancone del reparto, e a cui li aveva rispediti, poiché per ringraziarla della premura la invita a pranzo fuori.
Da quel momento le due donne cominciano a frequentarsi molto spesso e nasce un'attrazione irresistibile tra loro.
Ma il matrimonio della signora Aird è finito e il divorzio dal marito sarà molto difficile per Carol, che rischia l'affidamento della figlia se non rinuncerà alla relazione con Therese.

All'uscita nelle sale, il film è stato osannato per la squisita realizzazione tecnica, la regia, il cast.
Effettivamente gli anni '50 si materializzano sotto gli occhi dello spettatore, grazie alle scenografie, il trucco, le acconciature e i costumi, questi ultimi candidati all'Oscar, insieme alla fotografia di Ed Lachman, che per aiutare a percepire meglio il periodo in cui si svolge la storia sceglie il formato 16 mm, alla sceneggiatura non originale e alle attrici protagoniste. In verità, tranne che ai Golden Globes, Cate Blanchett e Rooney Mara sono state inserite in due diverse categorie a BAFTA, SAG e Oscar: rispettivamente nella sezione Protagonista e Non Protagonista.
Ai Golden Globes, però, erano state nominate anche la colonna sonora di Carter Burell, la regia di Haynes e persino il film aveva avuto una menzione come miglior film drammatico.
Ai BAFTA il film aveva addirittura avuto nove candidature (alla pari con Il Ponte delle Spie): film, regia, costumi, trucco-parrucco, attrici, sceneggiatura, fotografia e scenografia.
Uno spettacolare numero di nominations e un plauso pressoché unanime dalla critica e dal pubblico, ma nessun premio. Dai pronostici sembra sfavorito anche agli oscar nelle cinque categorie in cui è rappresentato.
Sotto quasi ogni punto di vista, la pellicola è impeccabile. Scenografie perfette. Il clima degli anni '50 replicato fedelissisimamente, tanto da somigliare a un certo punto alla rappresentazione parodica che Filippo Timi ne ha fatto nel suo spettacolo teatrale Favola, dove denunciava la finta, superficiale, apparente perfezione della vita americana di quel periodo.

Filippo Timi nello spettacolo Favola; in Carol c'è una scena che ritrae Cate Blanchett esattamente nello stesso atteggiamento: seduta ai piedi dell'albero di Natale nell'atmosfera irreale del suo soggiorno
Colonna sonora ad oc, piuttosto piacevole. Fotografia bellissima e anche molto autocompiacente.
Le attrici sono notevoli: buona sorpresa Rooney Mara. Un po' sotto le aspettative Cate Blanchett, che è sì bravissima, ma non più del suo standard e non così focosa e convincente come in Blue Jasmine.
La regia è perfezionista, la sceneggiatura è un po' fredda: non c'è mai un vero appassionarsi alla storia. A questo film manca l'anima. Tutto scorre in modo che il pubblico resti molto distaccato dalla storia e dalle sue eroine. Ed è stato anche fatto notare che da un simile prodotto ci si aspettava molto più coinvolgimento e ardore.
La nota veramente dolente del film, il solo reale difetto, che compromette la perfezione del film è l'intollerabile lentezza.

In generale a me la pellicila non ha convinto: mi è mancato il coinvolgimento sopracitato (deficit che imputo alla sceneggiatura, al montaggio, al ritmo e alla regia) e ho trovato tutto questo perfetto tecnicismo addirittura stucchevole.

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