mercoledì 9 luglio 2014

Viaggio nel Mondo Disney: Lilly e il Vagabondo


Lilli e il vagabondo è il titolo del 15° classico Disney, uscito nel giugno del 1955.

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Il cartone inizia la notte di Natale, quando “Gianni caro” regala a sua moglie “Tesoro” (questi i nomi con cui vengono identificati i padroni di Lilli, subito ad indicare come i veri protagonisti saranno i cani e non gli umani) un dolcissimo e tenerissimo cucciolo di cocker, a cui danno il nome Lilli.
Nella scena successiva Lilli ci entra subito nel cuore: Gianni vuole farla dormire da sola in una piccola cuccia in salotto, convinto che altrimenti non si abituerà mai, mentre Lilli vorrebbe trascorrere la notte nel letto con i suoi nuovi padroni. Per due volte li raggiunge dopo aver aperto la porta da sola, ma viene sempre respinta e riportata in salotto. Dal terzo tentativo gli viene impedito di uscire adagiando una sedia contro la porta, allora tenta di addolcire il loro cuore con dei dolci lamenti, ma ottiene solo le urla di Gianni.
Non ancora domata, Lilli riesce ad aprire la porta e a raggiungere i suoi padroni che inteneriti le concedono di passare la notte con loro nel letto, ma “solo questa notte, intesi?” sottolinea subito Gianni.

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Un salto temporale ci mostra Lilli cresciuta e ancora sdraiata nel loro letto, rivelandoci come la sua dolcezza e la sua tenerezza abbiano avuto la meglio anche per tutti i giorni a venire.
Lilli è l’incontrastata reginetta di casa, coccolata dai suoi padroni, di cui lei ricambia l’affetto
Dopo i suoi primi sei mesi di vita gli viene regalato un nuovo collare con piastrina. Lilli, gioiosa e inorgoglita di questo nuovo regalo, corre subito a cercare i suoi due più cari amici, Whisky e Fido.
Incontra prima Whisky, un cane Scottie, intento a seppellire un osso nel suo posticino sicuro. Estasiato da questa splendida novità, la invita ad andare insieme subito da Fido, un Bloodhound ex cane poliziotto ora in pensione che purtroppo ha perso l’odorato, che vuole essere sempre aggiornato su questo tipo di novità. Vengono così presentati i due più cari amici di Lilli, simpaticissimi comprimari.
Viene subiti introdotto anche un nuovo personaggio, Biagio, un cane randagio che vive da solo e alla giornata, sempre in cerca di nuove avventure. Ogni giorno mangia in un ristorante diverso, amato da tutti ma senza che nessuno possa diventare il suo padrone. Dopo una colazione recuperata nel ristorante italiano locale, Biagio scopre che due suoi amici randagi, la maltese Gilda e il bulldog Bull, sono stati catturati dall’accalappiacani. Con un intervento coraggioso libera i suoi due amici e tiene occupato l’accalappiacani durante la loro fuga, riuscendo a sua volta a sfuggirgli. Al termine di questa fuga si ritrova ai piani alti e borghesi della città, da lui quasi “disprezzata “ come sottolinea il suo commento sulle gabbie attorno alle piante.

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Nel frattempo Lilli è rattristata del comportamento di Gianni caro e Tesoro nei suoi confronti, enormemente raffreddato. Non è più al centro dell’attenzione: Tesoro non gioca più con lei, né la porta a fare la passeggiata, ma passa le giornate a lavorare a maglia; non la coccolano come prima e addirittura viene colpita, seppur non con cattiveria e senza portarle dolore.
“E' qualcosa che ho fatto, suppongo!”, si sfoga Lilli con Fido e Whisky, che le fanno notare invece che i suoi padroni stiano aspettando un “marmocchio”.
Avviene ora il primo incontro tra i due protagonisti: Biagio passando di lì per puro caso sente il loro dialogo e interviene dando la sua descrizione del pupo, come un “un delizioso fagottino... di guai” e mettendo una certa dose di paura e soggezione a Lilli, “Ricordati, bambina: nel cuore umano c'è posto solo per una data quantità d' affetto, e quando ci si piazza un pupo... il cane deve andarsene!”, suscitando l’ira di Whisky, che invita in tono arrabbiato Biagio ad andarsene.
Dopo continue scene, dove viene rappresentato questo senso di solitudine e di abbandono provato da Lilli, arriva finalmente il piccolo, che suscita tenerezza in lei e la riavvicina ai suoi amati padroni.
Pochi mesi dopo Tesoro e Gianni caro decidono di partire per una breve vacanza, mentre zia Sara controllerà momentaneamente il piccolo e la casa. La zia, però, si porrà verso Lilli in tono opposto a quelli che sono quasi sempre stati i comportamenti dei suoi padroni, maltrattando Lilli e impedendogli di stare accanto al piccolo. Inoltre porterà in casa i suoi gatti, due siamesi irrispettosi e approfittatori, personaggi estremamente negativi. Nel tentativo di salvare casa e piccolo dalle cattive azioni dei due gatti, Lilli verrà incolpata ingiustamente dalla zia di tutti i disastri e la porterà in un negozio di animali per metterle una museruola.

http://www.movieforkids.it/wp-content/gallery/lilli-e-il-vagabondo/Lilli-Vagabondo-05.jpgAll’interno del negozio, non appena le viene montata la museruola, Lilli fugge in strada spaventata e si ritrova inseguita da alcuni cani randagi e solo l’intervento eroico di Biagio riesce a toglierla dai guai. Nasce ora il bisogno di liberare Lilli e Biagio riconosce nello zoo il posto adatto. Dopo una divertentissima scena dove Biagio finge di essere il cane di un passante che provoca l’ira della guardia dello zoo, i due protagonisti riescono ad entrare indisturbati. Al suo interno, Biagio riesce ad convincere un castoro a liberare Lilli, facendogli credere che la museruola possa tornare utile per la costruzione della diga.


Una volta liberata, vagando per la cittadina Biagio racconta a Lilli come la sua vita sia impostata su una totale libertà, senza padroni, godendosi e selezionando giorno per giorno solo ed esclusivamente il meglio che per lui la vita può offrirgli

“Vedi bimba, quando sei libera, senza padroni, ti godi solo quel che c'è di meglio…”

Biagio accompagna Lilli nel ristorante italiano già conosciuto, facendosi offrire dal proprietario una romantica cena a lume di candela, con serenata di sottofondo, di fronte a un enorme piatto di spaghetti al ragù.
Scena famosissima, tra le più romantiche e dolci della filmografia Disney, grazie a una splendida canzone come colonna sonora e a una particolare scena, un bacio involontario, dovuto alla condivisione dello stesso spaghetto. Qui i protagonisti cominciano a manifestare amore nei confronti l'uno dell’altro e, subito dopo la cena, la splendida canzone “Dolce sognar” accompagnerà i due protagonisti in una romantica serata attraverso un parco fino a una collina dove i due passeranno la notte.




Biagio prova a convincere Lilli a rinunciare alla sua vita fatta di un'unica dimora e di padroni e di restare con lui vivendo alla giornata in posti sempre migliori, prima a parole, poi coinvolgendola in uno dei suoi “giochi” all’interno di un pollaio, spaventando le galline.
Durante la fuga però Lilli viene catturata dall'accalappiacani e portata al canile.
Qui assistiamo a scene molto forti e toccanti: il canile ci viene mostrato come una prigione ed è impossibile non mostrare compassione per i suoi “detenuti”.
Lilli condivide la cella con degli amici di Biagio e il discorso prima volge sulla medaglietta di Lilli, simbolo di una vicina libertà, poi su Biagio, ritratto dalla canzone della sensuale Gilda, che racconta delle sue continue conquiste femminili e della sua vita, facendo storcere il naso a Lilli.

“...è un briccon, vagabondo...ma io darei mezzo mondo per poter vagabondare con lui...”

Subito dopo Lilli viene recuperata dalla zia Sara e incatenata alla cuccia in cortile.
Prima si presentano i fidati amici Whisky e Fido, che provano a consolarla e ad offrirgli una nuova dimora, poi si presenta Biagio per porgere le sue scuse a Lilli, ma provoca solo le ire di quest’ultima, che lo invita ad andarsene.
Pochi attimi dopo appare un ratto, il cui intento è intrufolarsi in casa e nella camera del piccolo; Lilli prova a fermarlo senza riuscirci, essendo incatenata, e allora prova a richiamare l’attenzione della zia abbaiando, ma quest’ultima non si rende conto della gravità della situazione e invita Lilli a zittirsi. Fortunatamente Biagio, ancora nelle vicinanze, torna da Lilli e, capita la situazione, si introduce in casa a cercare e affrontare il ratto, nella camera del piccolo. Biagio riesce ad uccidere il ratto, facendo però cadere la culla e svegliando il bambino che, piangendo, richiama l’attenzione della zia, che trova entrambi i cani in camera (nel frattempo Lilli era riuscita a liberarsi), li crede responsabili e li chiude a chiave in due stanze separate, telefonando subito all’accalappiacani per ritirare Biagio.
Subito dopo la partenza dell’accalappiacani con Biagio, legato al seguito, rientrano Tesoro e Gianni caro che, a differenza della zia, danno subito ascolto a Lilli ,che li conduce dal ratto oramai moto, dimostrando l’innocenza e le buone intenzioni di Biagio. Avendo sentito tutto, Whisky e Fido si ricredono sulla figura di Biagio e corrono subito in suo aiuto, in un disperato tentativo di salvataggio.
L’accalappiacani è lontano, ma Fido, di cui si crede abbia perso l’odorato, riesce invece a seguire le tracce del carro, fermandolo e salvando Biagio, ma ritrovandosi schiacciato dallo stesso carro.
Il lieto fine ci riporta a casa di Lilli, con Biagio nuovo inquilino, al collo la sua nuova medaglietta, i loro 4 cuccioli (di cui si racconteranno le avventure nel sequel Il cucciolo ribelle del 2001) e Whisky e Fido (ancora vivo) con loro a festeggiare il Natale.

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Il film alla sua uscita fu un enorme successo di pubblico e di botteghino; tuttavia la critica all’inizio non fu favorevole, salvo poi rivalutarlo fino a considerarlo uno dei classici più amati, inserito anche in classifiche come "i cento migliori film sentimentali" o "i 25 miglior film animati di tutti i tempi". Per il sottoscritto le iniziali critiche non erano giustificate, sia da un punto di vista storico che puramente qualitativo dell’opera. Il film può essere considerato una specie di capostipite sotto molti aspetti.
Fu il primo film ad essere distribuito dalla Buena Vista Distribution, ai tempi una nuovissima azienda di distribuzione di prodotti Disney, che le permetteva una certa autonomia e indipendenza, dopo la chiusura del contratto con la RKO.
Fu il primo film animato girato in CinemaScope, in modo da ottenere fotogrammi a largo campo visivo ed allargare quindi lo spazio della scena, esigenza necessaria per l’inquadratura perennemente bassa, impostata ad altezza dei cani, per renderli ancora di più totali protagonisti.
Per la prima volta i protagonisti principali, e la quasi totale maggioranza dei personaggi secondari, sono dei  cani, inaugurandoli, (successivamente sfruttati in pù occasioni, da la carica dei 101 a Charlie a Bolt ecc) e, per la prima volta, gli animali sono descritti con caratteri e stili di vita umani, creando un piccolo micromondo, una specie di vita alternativa vissuta contemporaneamente alla nostra (anche questa un idea che da qui in poi verrà sfruttata moltissimo, non ultimo in Toy Story).
Ed è, forse, il primo cartone Disney puramente d’amore, sicuramente tra le sue storie più romantiche; un amore vero, condiviso, che si prende il tempo, come i protagonisti, di conoscersi e di maturare assieme, scena dopo scena, vivendo pure emozioni (in Biancaneve e in Cenerentola, invece, il rapporto tra innamorati è descritto in tono abbastanza superficiale, concentrandosi più su altri temi). Qui invece la storia si concentra quasi totalmente sui protagonisti e sulla loro interazione. Storia d’amore che non si cura delle differenze sociali, la differenza tra mondo borghese, rappresentato da Lilli, e mondo povero, rappresentato da Biagio, mandando subito un primo e forte messaggio; infatti il cartone ci mostra come i differenti stili di vita e le differenti classi sociali siano limiti solo apparenti, che possono essere tranquillamente accettati e superati.
Punto di forza del film è la caratterizzazione dei protagonisti: i cani sono descritti egregiamente, estremamente vari tra loro, sia come razze rappresentate che come modo di muoversi, di parlare e di abbaiare.
Solo le figure umane sono relegate in secondo piano e non perfettamente descritte (esempio lo stereotipo dell’italiano padrone del ristorante, con baffi, spaghetti e mandolino anche se essendo presente nella scena più romantica del film non provoca alcun disturbo).
Fantastico anche l’uso delle luci e delle ombre, a sottolineare determinate scene o situazioni, come Lilli che finisce in una zona d’ombra della stanza subito dopo il colpo ricevuto da Tesoro, a sottolineare ancora di più il suo momentaneo stato d’animo, o il buio totale che avvolge la lotta tra Biagio e il ratto, eliminando praticamente tutto ciò che hanno attorno in quel momento.
Non abbiamo quindi solo l’amore: abbiamo anche scene molto cupe e forti messaggi, per esempio la forte presa di posizione contro la crudeltà nell’abbandono dei cani, la scena del canile mostrato come una cella dove i cani “galeotti” vivono tristemente i loro ultimi giorni prima della morte, intuita dall’uscita di scena di uno degli inquilini del canile per “l’ultima passeggiata”. Scene molto forti, le rappresentazioni dei cani in gabbia, dirette, non permettono interpretazioni e commuovono il cuore di chiunque.

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Personaggi cupi e negativi sono i gatti siamesi, elementi esterni portatori di terrore e di guai, degni da film horror per come si pongono nei confronti di Lilli e del pesciolino: comportamenti quasi da bullo nei confronti dei più buoni e indifesi, tipica scena Disney per niente adatta ai bambini
Come molto cupa è la rappresentazione della solitudine e dell’abbandono, vista in Lilli nel momento dell’attesa del bambino. Il suo malessere ci ricorda di non dimenticarci mai delle persone attorno a noi, ma di tenerle sempre in considerazione e coinvolte nelle nostre vite.
Abbiamo tuttavia momenti molto divertenti, come tutta la parte legata allo zoo, dall’ingresso grazie al litigio procurato da Biagio, alla scelta dell’animale adatto a liberare Lilli, alla risata della iena, al simpaticissimo castoro; oppure i tentativi di racconti di Fido a cui nessuno presta mai ascolto e che rivivono nei suoi movimentati sogni.
Fido e Whisky sono sicuramente delle ottime spalle, ottimamente caratterizzate, anzi forse avrebbero meritato anche dello spazio in più.
Altro personaggio memorabile è Gilda, protagonista della canzone sulla vita di Biagio, la più bella del cartone dopo Dolce Sognar, omaggio anche alle dive di Hollywood del periodo, non ultima (partendo dal nome) Rita Hayworth.


Tema carissimo a Walt, che non manca nemmeno qui, è quello della famiglia, nucleo indispensabile della nostra società. Non a caso Biagio, nonostante tutti i suoi ideali di libertà senza regole, senza padroni e senza responsabilità, a fine film maturerà e si unirà alla famiglia di Lilli.
Ma il vero apice, come già detto, è l’amore, protagonista assoluto e mai stucchevole, anzi poetico e sognante, e qui è impossibile non concludere citando nuovamente la scena più famosa del film ma anche dell’intera filmografia Disney e non: scena icona, citata e omaggiata tantissime volte (non ultimi Giù per il tubo o Il re leone 3). Qui non ci sono parole dette, ma ci sono i protagonisti e i loro gesti semplici che fanno trasparire il loro benessere, le loro emozioni, i loro sentimenti; i loro occhi valgono più di mille spiegazioni, sono gli occhi sognanti dell’amore, culmine quel bacio casuale e involontario, come casuale è stato il loro incontro e involontario il loro innamorarsi, perché con semplicità e naturalezza doveva succedere.

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Andrea

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