martedì 23 febbraio 2016

Mad Max: un Blockbuster di classe agli Oscar

Il film di George Miller Mad Max: Fury Road riprende la serie cult lanciata da Mel Gibson negli anni '80 sulle avventure di Max Rockatansky e del suo Interceptor e diventa un piccolo capolavoro del suo genere.
Premetto che questo non è il mio genere e che mi sono forzata a vederlo spinta dalla curiosità di scoprire l'origine delle tantissime nomination (e le vittorie) a tutti i premi di quest'anno. E devo ammettere che sono rimasta piacevolmente sorpresa.



Mad Max parte malissimo in principio, con un'ambientazione e una scena d'apertura che farebbero presagire l'inizio del peggiore dei B-movie, tranne che per un significativo dettaglio: una fotografia mozzafiato, che insieme alla scenografia conferiscono all'ambientazione del film un livello molto superiore rispetto a qualsiasi film di serie B.
La trama, oltretutto, va detto subito che è iconsitente, per non dire assente. Si regge esclusivamente sul McGuffin del "luogo verde", a cui sono dirette, guidate nella loro fuga dall'Imperatrice Furiosa (Charlize Theron), le donne dell'harem del tiranno, Immortal Joe, che governa una terra desertica di gente assetata e affamata e che è a capo di alcuni malaticci Figli della Guerra che cercano di morire in modi ammirevoli per servire il loro signore.
La cosa straordinaria è che a questa fuga, con inseguimenti e sparatorie spettacolari al sapore di adrenalina, non occorre altro per funzionare.
In tutto questo il pazzo Max ci rientra per sbaglio, imbattendosi nelle fuggiasche, cercando a sua volta di scappare dai Figli della Guerra, che lo avevano catturato per servirsene (il che ha un po' di assurdo) come sacca di sangue trasfusionale portatile.



Il film, se vogliamo ridurlo ai minimi termini, non è altro che un riuscitissimo blockbuster dai ritmi altissimi, piuttosto ruffiano e con una storia abbastanza assurda, ma funziona, coinvolge ed è uno spettacolo di tecnica.
Oltre alla fotografia di John Seale e alle scenografie di Colin Gibson (queste ultime hanno già vinto BAFTA e Art Directors Guild Award), sono eccellenti il montaggio (che ha vinto a sua volta BAFTA e ACE EDDIE Awards) e regia, candidata anch'essa a ogni premio a cui poteva essere candidata, ma destinata a essere battuta dall'inarrestabile Inarritu.
Straordinario il trucco, che sembra battere persino quello di Revenant, di Natasha du Toit e Lian van Wyk, già in possesso anche loro del loro BAFTA, così come Jenny Beaven, che se ne è presa uno per i costumi. E sono quattro quindi gli oscar inglesi, che Mad Max si è aggiudicato.
Validissimo anche il sonoro, candidato a sua volta, ma che non è stato premiato e che, pare, non lo
sarà.
Buone e convincenti le interpretazioni dei due attori protagonisti: Charlize Theron, bellissima e molto capace in una parte in cui non ce la saremmo immaginata, forse, se non l'avessimo vista e Tom Hardy, sempre più bravo di ruolo in ruolo.


Dopo la visione mi sono completamente ricreduta sull'opinione che mi ero fatta a priori. La tecnica del film è ottima e riabilita questo prodotto da ridicolo e commerciale film di fantasia a raffinata opera d'intrattenimento.
C'è un unico cruciale nodo che mi rimane inspiegabile: può un film come questo, per quanto curatissimo, non dico vincere ma anche solo essere candidato agli Oscar come miglior film?

Perché per me si merita tutti i premi tecnici che ha ricevuto e a cui aspira, ma non quest'ultima menzione, che per ricevere avrebbe dovuto essere retto da una vera sceneggiatura (non necessariamente una sceneggiatura da oscar, ma almeno che potesse chiamarsi tale).


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