domenica 2 marzo 2014

Waiting Academy Awards: previsioni per il miglior attore protagonista

La notte degli Oscar 2014 è finalmente arrivata. Alle 22.50 (ora italiana) inizierà la cerimonia di premiazione.
Già avevamo affrontato il pronostico della migliore attrice (critica, Golden Globe, Bafta, Sag Awards sono già concordi sulla vittoria di Cate Blanchette e non dovrebbero esserci sorprese stasera), veniamo a parlare di migliore attore. La scelta in questa categoria è addirittura più difficile, date le interpretazioni brillanti di cui hanno dato prova quest'anno i candidati, anche se il favorito è Matthew McConaughey (solo il premio Bafta -a cui per altro non era nominato- non gli è stato assegnato, andando a Chiwetel Ejofor).


Partiamo da Bruce Dern, il rimbambito ma simpatico padre di famiglia assolutamente convinto di aver vinto un milione di dollari da ritirare in Nebraska. Il più giovane dei figli, stanco di doverlo rintracciare e poi  riprendere mentre cerca di scappare a piedi da casa, decide di assecondarlo e di accompagnarlo in Nebraska, facendo sosta nella città dove i propri genitori sono cresciuti e scoprendo realmente chi era il padre prima che la demenza senile se ne impossessasse. Film simpatico, realista, una bella storia on the road che analizza il rapporto padre-figlio, ma anche le dinamiche familiari. Interessante e intelligente anche il ritratto degli Stati Uniti al di fuori delle glamourose big cities. Bellissima la scelta del bianco e nero. Bruce Dern è credibilissimo anziano per tre quarti folle, ma che conserva tratti di lucidità; è stato bravissimo. Intenerisce e a tratti commuove.



Uno degli attori che preferisco in assoluto e che mi emoziona anche quest'anno, in questo ruolo stravagante, divertente, ironico, che ha saputo interpretare così grandiosamente è Christian Bale. Bale ha grandi doti di trasformista e più di una volta ha dato luogo a metamorfosi impressionanti anche completamente opposte una rispetto all'altra in film consecutivi. Quest'anno gli hanno fatto mettere su peso e in American Hustle esibisce una pancetta e un riporto poco avvenenti. Nonostante queste trasformazioni assolutamente comiche, Bale costruisce un personaggio credibile, che si prende sul serio e in realtà l'interprete scompare proprio dietro l'immagine di Irving Rosenfeld. Resta solo Irving, Christian per 138 minuti non esiste. Ed è irriconoscibile non solo per l'aspetto fisico, quanto per il suo impegno nell'aderire al personaggio nelle espressioni, nella gestualità, nelle movenze, nei piccoli dettagli e dargli vita: un lavoro che Bale compie in ogni performance, rendendolo davvero uno tra i migliori e che realizza stupendamente anche stavolta.


Un altro degli attori che ritengo tra i migliori del suo tempo è Leonardo Di Caprio, attore che all'Academy non piace invece molto, dati i precedenti (omissione di candidature e premi). Quest'anno è riuscito a strappare la nomination, ma non è mai stato annoverato tra i favoriti. La nomination però non è immeritata: le interpretazioni di Leonardo sono sempre brillanti, accattivanti, ma realmente quest'anno si è superato. Dando fondo a ogni briciola di talento, in questo film raggiunge probabilmente la forma migliore, sfoggia la sua abilità in ogni aspetto, in ogni angolatura del personaggio. Un lavoro perfetto, ma superato, ammetto con una certa difficoltà, da quello di McConaughey.
Resta comunque indimenticabile la performance di The Wolf of Wall Street dove, come già commentato in un altro post, Di Caprio svolge un ruolo di mattatore straordinario e completamente folle, rendendo al 100% in ogni scena. Forse era un disperato appello all'Academy per gridare: "guardatemi: sono un talento, sono bravo davvero". Se l'Academy non se ne è accorta, noi sì. Il pubblico non è così sordo e spera in un futuro premio oscar, prima o poi.


Tra le interpretazioni più apprezzate e commoventi, vincitrice del Bafta, quella di Chiwetel Ejofor, che regala un personaggio straordinariamnte umano, realmente profondo, quello di un uomo libero che affronta la schiavitù, l'annientamento dell'identità, l'allontanamento dalla sua famiglia, la crudeltà dei suoi sfruttatori e che lotta per sopravvivere, ma anche per non perdere sé stesso, per non perdere il suo lato umano.
Chiwetel Ejofor è veramente toccante, protagonista molto capace di un'opera bellissima, di un film che con ogni probabilità stanotte vincerà l'Oscar: 12 years a slave.


Eccoci infine a Matthew McConaughey. Questo è stato l'anno delle trasformazioni fisiche e lui ha perso 23 kg per ricoprire il ruolo del caw-boy affetto da AIDS, che lotta contro il sistema sanitario e le industrie farmaceutiche per una cura meno tossica della malattia, dispensando prodotti farmaceutici alternativi a un numero sempre più alto di "pazienti", anch'essi contrari a sottoporsi ancora alla somministrazione di AZT condotta in ospedale nel corso di una sperimentazione. Non solo, McConaughey sorprende molto quest'anno anche per la trasformazione, ancora una volta, non fisica: questo è un addio al muscoloso "belloccio" di Holliwood, ricordato in passato molto più per i muscoli e il bell'aspetto che per la recitazione. Ci troviamo di fronte a un personaggio diverso: serio, difficile, una sfida per dimostrare al mondo un talento finora nascosto bene. E McConaughey c'è riuscito. Ha saputo rendere vero il personaggio di Woodroof, nei suoi lati duri, nella sua disperazione, nella determinazione di continuare a vivere a dispetto della malattia, dei medici e del governo, nel suo affetto, dimostrato alla maniera di un omofobo, per il transgender Rayon. Un bel personaggio e una bella interpretazione. Complimenti a un inaspettato, sconvolgente McConaughey.


Nessun commento:

Posta un commento