domenica 9 febbraio 2014

Attori dimenticati: Elsa Lanchester e Charles Laughton

Il mondo del cinema è pieno di coppie famose: ai nostri giorni le più famose sono probabilmente Mr & Mrs Pitt (Brad e Angelina Jolie), ma ci sono anche Ben Affleck e Jennifer Gardner, Sean Penn e Charliz Theron, Micheal Douglas e Catherine Zeta Jones...
Tornando indietro di qualche anno troviamo altri fiammeggianti amori: Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni, Woody Allen e Diane Keaton e sicuramente nessuno può dimenticare la travagliata storia d'amore tra Elisabeth Taylor e Richard Burton, di cui i giornali hanno potuto parlare per anni.
Ma non molti ricordano una coppia di attori straordinari: Elsa Lanchester e Charles Laughton. Si sposarono nel 1929 e rimasero legati fino alla morte di lui nel 1962. Trentatre anni di amore e cinema.



Entrambi inglesi, lei londinese, lui di Scarborough. Entrambi entrati nel mondo dello spettacolo molto giovani.
Elsa era forte di carattere, determinata. Apprese da bambina la recitazione e la danza e debuttò prestissimo (20 anni) nel teatro. Cinque anni dopo conobbe Laughton con cui si sposò dopo appena due anni e insieme si trasferirono negli Stati Uniti.
Nel 1933 interpretò al fianco del marito, protagonista e vincitore di un Oscar, una de Le sei mogli di Enrico VIII. Un paio d'anni più tardi fu La Moglie di Frankestain, ruolo per cui è maggiormente ricordata, accanto a Boris Karloff.
Fu nominata due volte ai premi Oscar, con Le due Suore e per Testimone d'Accusa. Negli anni '60, pur occupandosi prevalentemente di televisione, ricordiamo il suo cameo come Tata Ketty in Mary Poppins.
Sopravvisse ventiquattro anni al marito, morto di tumore osseo, e morì di bronchite a 84 anni, nel 1986.
Elsa era la più giovane (solo tre anni) della coppia. Aveva un viso dai lineamenti forti, bello anche se non bellissimo, ma di un'espressività che la rendeva magnetica. Si lasciava truccare e acconciare in ogni forma, adattandosi perfettamente ai ruoli più diversi, lavorando principalmente da caratterista.



Questa dote di tresformismo, che caratterizza i migliori attori in ogni tempo, la possedeva anche il marito, in quegli anni probabilmente l'attore più camaleontico tra i suoi colleghi: con un volto altrettanto particolare e indimenticabile, un personale imponente, non avvenete, ma straordinariamente plastico, sapeva calarsi nei panni del buono, ma soprattutto del cattivo e, con l'aiuto di molte ore di trucco, in un incredibile Gobbo di Notre Dame. Uno dei ruoli noir più famosi di Laughton fu quello del capitano Bligh ne Gli Ammutinati del Bounty, recitato insieme a Clark Gable. Ancora ricordiamo Semprionio Gracco nello Spartacus di Kubrick. Alternò negli anni teatro e cinema, cimentandosi anche nella regia con La morte corre sul fiume, noir protagonizzato da Robert Mitchum.
Più fissa nella memoria l'immagine di Laughton giudice/avvocato burbero, interpretati in due straordinarie pellicole: l'hitchcockiano Il caso Paradine, in cui è il viscido giudice che tenta di sedurre la moglie dell'avvocato interpretato da Gregory Peck e Testimone d'Accusa di Billy Wilder nel quale recitò nuovamente con la moglie.


La protagonista di Testimone d'Accusa è naturalmente una meravigliosa Marlene Dietrich, l'algida moglie tedesca -dal difficile passato- di Leonard Vole (Tyron Power), accusato di aver ucciso l'anziana signora che l'aveva preso in simpatia e che gli aveva lasciato tutti i suoi beni in eredità.
In questa brillante, intelligentissima commedia giudiziaria, non priva di colpi di scena, marito e moglie impersonano rispettivamente l'avvocato difensore (unico a credere all'innocenza di Vole) e l'infermiera che cerca di accudirlo, supervisionando riposini, bevande e pillole dell'uomo e assillandolo continuamente. In un continuo di battibecchi e di piccoli sotterfugi dell'anziano avvocato per sottrarsi alle eccessive cure della donna, i due dipingono una delle coppie sullo schermo più divertenti di tutti i tempi.


Nessun commento:

Posta un commento