Patinato.
Patinatissimo: è il prodotto
confezionato da Todd Haynes partendo dal romanzo di Patricia
Highsmith, che in Italia uscì giusto col nome di Carol, sceneggiato
per l'occasione da Phyllis Nagy.
Carol è Cate Blanchett, che interpreta
la bellissima donna che fa perdere la testa alla più giovane Therese
Belivet (Rooney Mara), commessa in un grande magazzino della New York
degli anni '50, dove, a pochi giorni da Natale, conosce proprio
l'affascinante Carol Aird, che cercava una bambola da regalare alla
figlia.
Giorni dopo Therese ha modo di rivedere
questa raffinata signora ,che aveva dimenticato i guanti sul bancone
del reparto, e a cui li aveva rispediti, poiché per ringraziarla
della premura la invita a pranzo fuori.
Da quel momento le due donne cominciano
a frequentarsi molto spesso e nasce un'attrazione irresistibile tra
loro.
Ma il matrimonio della signora Aird è
finito e il divorzio dal marito sarà molto difficile per Carol, che
rischia l'affidamento della figlia se non rinuncerà alla relazione
con Therese.
All'uscita nelle sale, il film è stato
osannato per la squisita realizzazione tecnica, la regia, il cast.
Effettivamente gli anni '50 si
materializzano sotto gli occhi dello spettatore, grazie alle
scenografie, il trucco, le acconciature e i costumi, questi ultimi
candidati all'Oscar, insieme alla fotografia di Ed Lachman, che per
aiutare a percepire meglio il periodo in cui si svolge la storia sceglie il formato 16 mm, alla sceneggiatura non originale e alle
attrici protagoniste. In verità, tranne che ai Golden Globes, Cate
Blanchett e Rooney Mara sono state inserite in due diverse categorie
a BAFTA, SAG e Oscar: rispettivamente nella sezione Protagonista e
Non Protagonista.
Ai Golden Globes, però, erano state
nominate anche la colonna sonora di Carter Burell, la regia di Haynes
e persino il film aveva avuto una menzione come miglior film
drammatico.
Ai BAFTA il film aveva addirittura
avuto nove candidature (alla pari con Il Ponte delle Spie): film,
regia, costumi, trucco-parrucco, attrici, sceneggiatura, fotografia e
scenografia.
Uno spettacolare numero di nominations
e un plauso pressoché unanime dalla critica e dal pubblico, ma
nessun premio. Dai pronostici sembra sfavorito anche agli oscar nelle
cinque categorie in cui è rappresentato.
Sotto quasi ogni punto di vista, la
pellicola è impeccabile. Scenografie perfette. Il clima degli anni
'50 replicato fedelissisimamente, tanto da somigliare a un certo
punto alla rappresentazione parodica che Filippo Timi ne ha fatto nel
suo spettacolo teatrale Favola, dove denunciava la finta,
superficiale, apparente perfezione della vita americana di quel
periodo.
Colonna sonora ad oc, piuttosto piacevole. Fotografia
bellissima e anche molto autocompiacente.
Le attrici sono notevoli: buona
sorpresa Rooney Mara. Un po' sotto le aspettative Cate Blanchett, che
è sì bravissima, ma non più del suo standard e non così focosa e
convincente come in Blue Jasmine.
La regia è perfezionista, la
sceneggiatura è un po' fredda: non c'è mai un vero appassionarsi
alla storia. A questo film manca l'anima. Tutto scorre in modo che il pubblico resti molto
distaccato dalla storia e dalle sue eroine. Ed è stato anche fatto notare che da un
simile prodotto ci si aspettava molto più coinvolgimento e ardore.
La nota veramente dolente del film, il
solo reale difetto, che compromette la perfezione del film è
l'intollerabile lentezza.
In generale a me la pellicila non ha
convinto: mi è mancato il coinvolgimento sopracitato (deficit che
imputo alla sceneggiatura, al montaggio, al ritmo e alla regia) e ho
trovato tutto questo perfetto tecnicismo addirittura stucchevole.
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