La vicenda è nota e inizia al battesimo della pricipessa Aurora, figlia di re Stefano e della regina Leah. I festeggiamenti, ai quali partecipa tutto il regno, vengono rovinati dalla comparsa della strega Malefica che, risentita per non essere stata invitata, scaglia un incantesimo sulla bambina: crescerà e sarà bella ma, prima che il sole tramonti per il suo sedicesimo compleanno, morirà pungendosi il dito al fuso di un arcolaio.
Un nome, un programma: cattiva tra i cattivi, Malefica rappresenta la più seria e meno caricaturale delle antagoniste. Elegante nelle movenze, mai ridicola, fascinosa, potente, persino bella, ma irremovibile, non si può fare a meno di prenderla sul serio. Un altro cattivo dello stesso spessore, ma del sesso opposto, possiamo ritrovarlo anni dopo in Scar, nel Re Leone.
XIV secolo. Il narratore ci introduce al racconto sulle musiche del balletto della bella addormentata di Pëtr Il'ič Čajkovskij, cantate dalla Berliner Symphoniker.
Mentre al principe Filippo viene presentata la futura sposa bambina e le buone fate offrono i loro doni alla piccola Aurora, Malefica interrompe Serenella, in procinto di pronunciare il suo incantesimo e maledice la piccina, svanendo poi nel nulla.
Re Stefano prende provvedienti per difendere la figlia - far bruciare tutti gli arcolai del regno e cercare Malefica-, ma le fate (Flora, Fauna, Serena), convinte che tutto ciò non basterà, offrono il loro aiuto al re: oltre all'incantesimo di Serenella, che riesce ad attenuare la forza dell'incantesimo, il quale provocherà non la morte ma un sonno duraturo fino a un bacio d'amore, propongono di nascondere la bambina per 16 anni nel folto del bosco, allevata da loro, mascherate da contadine.
Così Aurora cresce nascosta e lontana dai genitori fino al giorno del sedicesimo compleanno. Per tutti questi anni, Malefica aveva fatto cercare la principessa da i suoi scagnozzi per tutto il regno.
Giunti al giorno in cui l'incantesimo deve compirsi non ha ancora ottenuto risultati: il rapporto dei suoi sottoposti rivela che non c'è traccia della bambina in nessun angolo del regno né in nessuna...culla! Malefica scopre dunque che per 16 anni si è cercato nella direzione sbagliata e, dopo aver punito i suoi servi, invia il suo fidato corvo a cercare la sedicenne.
Nel frattempo le tre fate decidono di organizzare una festa a sorpresa ad Aurora per poi dirle addio e riaccompagnarla dai suoi genitori. La mandano con una scusa nel bosco e si cimentano nell'impresa più grande di loro di prepararle una torta e cucirle un vestito senza ricorrere alla magia. Mentre le tre combinano una serie di disastri fino a vedersi costrette a usare la magia, manifestando così la propria presenza al corvo inviato da Malefica, Aurora incontra per caso il principe Filippo. Senza sapere di essere stati fidanzati da bambini, passano un felice pomeriggio e s'innamorano.
Prima di tornare a casa, Aurora invita Filippo ad andare a trovarla più tardi alla capanna, ma, rientrata, le fate le annunciano che quella sera verrà ricondotta al castello dai genitori, che lei è la principessa Aurora, fidanzata al principe Filippo e che non potrà rivedere il ragazzo conosciuto nel bosco. Spiazzata e infelice, la ragazza si rifugia in camera a piangere e continua a piangere quando viene portata al castello per incontrare la sua famiglia, spingendo le fate a lasciarla da sola per un po'. Poco prima del calare del sole, Aurora cade sotto un incantesimo e, ipnotizzata dal potere di Malefica, sale una scala a chiocciola nascosta in una parete fino ad un arcolaio al quale si punge un dito, cadendo addormentata.
Le fate arrivano troppo tardi e trovano l'incantesimo già compiuto. Dispiaciute, prendono la decisione di addormentare tutto il castello e i suoi abitanti e così scoprono re Uberto sussurrare che il figlio, Filippo, gli ha detto nel pomeriggio che non sposerà Aurora perché ha conosciuto quello stesso giorno una contadina di cui si è innamorato. Le fate comprendono dunque l'equivoco e corrono a cercare Filippo, che, come Aurora aveva detto, si era recato alla capanna a cercare la ragazza, trovando però ad aspettarlo Malefica e i suoi brutti troll, che lo catturano e lo portano al castello di Malefica, dove la strega intende tenerlo per 100 anni, impedendo al giovane di salvare la principessa. Le fate si intrufolano nel castello e rintracciano Filippo, liberandolo e fornendogli spada e scudo per sconfiggere Malefica. I quattro fuggono, superando le
guardie della strega, che interviene personalmente trasformandosi in un drago enorme. Filippo, con l'aiuto delle fate, riesce però a uccidere il drago; condotto fino alla torre in cui dorme Aurora, con un bacio la libera dall'incantesimo. Tutto il reame si sveglia, la principessa riabbraccia i genitori e vivrà per sempre felice e contenta.
Apoteosi delle storie d'amore e di principesse, questo film purtroppo non ottenne molto successo all'uscita nei cinema.
Girato, come solo Lilli il Vagabondo prima e Frozen poi, in widescreen, ossia con la visione a schermo totale, fu anche l'ultimo film per cui si impiegarono i rodovetri inchiostrati a mano per il passaggio dai disegni alla celluloide e Disney decise di usare uno stile di disegno originale e diverso da tutte le opere precedenti. Poiché l'ambientazione era medioevale le illustrazioni, i fondali, i personaggi sono più stilizzati che in Biancaneve o Cenerentola, come se si trattasse dei disegni di un testo dell'epoca; allo stesso tempo però, poiché fu usato anche il Technirama 70, cioè l'allargamento del formato 35mm a 70mm, si poterono fornire molti più dettagli alle ambientazioni e Disney nominò responsabile dei disegni e dei colori Eyvind Earle che disegnò la maggior parte dei fondali da solo, creando un effetto di insieme molto particolare e nuovo.
La caratterizzazione dei personaggi compie, come in Biancaneve e Cenerentola, un ribaltamento dei ruoli: la principessa e il principe sono stereotipi e i comprimari gli rubano la scena, sono più simpatici e accattivanti.
Stavolta i giovani principi godono di un senso di ribellione che li rende più dinamici, principalmente Filippo, che è il primo principe a parlare (a differenza dei predecessori) e a prendere parte all'azione, sconfiggendo il drago e la magia della strega.
I sovrani dei due regni, Stefano e Uberto, ci regalano un delizioso siparietto mentre litigano sopra il destino dei propri figli; mentre le tre fate sono le buffe animatrici del cartone: buone, volenterose e pasticcione.
Ma la migliore di tutti i personaggi del film, la più riuscita, è Malefica, superba come Grimilde in Biancaneve, così accattivante da aver conquistato il pubblico Disney e da aver convinto i produttori a dedicarle, 55 anni dopo, un film che intende riabilitarla come buona.
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