La seconda guerra mondiale è ormai alle spalle. Disney ha un po' più denaro a disposizione e decide di tornare a produrre un lungometraggio animato puro, dopo i film collettivi di cui abbiamo parlato e le animazioni miste sperimentate (che davvero costavano molto meno, tanto che si decise di continuare a utilizzare la live action come modello pre-animazione per contenere i costi di questo nuovo film, utilizzando attori come Helene Stanley per Cenerentola e Anastasia e Jeffrey Stone per il personaggio del Principe, lavorando sull'animazione dei personaggi fino all'edizione definitiva, sfruttando anche l'apporto dei doppiatori, specie Ilene Woods, per conferire più carattere alle figure).
La storia, sebbene differisca un poco dall'originale fiaba, avendone limate le parti più crude, è comunque nota. Figlia di un ricco nobiluomo, che si risposa per garantire all'adorata figlia una madre che le voglia bene, Cenerentola si ritrova in realtà, alla morte del padre, a essere succube della matrigna, affatto incline ad amare la figlioccia, anzi decisa a renderla serva di casa, nascondendo la sua bellezza, decisamente superiore a quella delle figlie di lei, e a trattarla con tutta la malignità possibile.
La vita della povera Cenerentola passa attraverso una routine tutta lavoro e cattiverie delle parenti acquisite nei suoi confronti, fino al giorno in cui tutte le ragazze in età da marito vengono chiamate a un ballo al castello del re, affinché il principe erede possa trovare una sposa.
La sola consolazione della ragazza, sempre gentile e di buon umore, in questa schiavitù domestica è rappresentata dall'amicizia con i topolini e gli altri animali che vivono nella casa, molto affezionati a lei e pronti ad aiutarla e a rallegrare le sue giornate.
Proprio il giorno in cui giunge l'invito al ballo, questi piccoli amici le dimostrano tutta la loro lealtà: la matrigna, decisa a non far partecipare Cenerentola, le promette di portarla solo se la fanciulla sarà in grado di sbrigare tutte le faccende domestiche affidategli e procurarsi un abito. Naturalmente la donna fa in modo di assegnare alla ragazza una tale quantità di mansioni da renderle assolutamente impossibile preparare il vestito, ma i topolini, capitanati dall'impavido Giac e il dolcissimo, imbranato Gas Gas, si organizzano per completare in tempo l'abito, che verrà però strappato dalle sorellastre invidiose.
A questo punto della storia i "cattivi" sono riusciti nel loro intento: sventare ogni onesto tentativo dei "buoni" di raggiungere l'obiettivo, cioè mandare Cenerentola al ballo.
Ma nelle fiabe è a questo punto che entra in gioco l'elemento magico, l'aiutante, in questo caso specifico la Fata Smemorina, che con le parole magiche della canzone Bibbidi-Bobbidi-Bu (e così la Disney dimostra ancora una volta che bastano poche sillabe senza senso per creare una canzone di successo, come Hi-Diddle-Dee-Dee, cantata dalla Volpe in Pinocchio o come la celebre Supercalifragilistichespiralidoso di Mary Poppins) rimedia a Cenerentola carrozza, cavalli, cocchiere e lacché (trasformando rispettivamente una zucca, quattro topini, il cavallo e il cane Tobia) e un abito stupendo con scarpette di cristallo.
Come noto, Cenerentola, che ha tempo solo fino allo scoccare della mezzanotte prima che gli incantesimi della fata svaniscano, giunge al ballo e fa innamorare il Principe, con cui balla tutta la notte, scatenando l'invidia di ogni altra ragazza, specialmente delle sue sorellastre Anastasia e Genoveffa, che però non la riconoscono e non sospettano possa essere lei. Quando arriva la mezzanotte, la ragazza fugge, senza lasciare al Principe nessun altro indizio per ritrovarla, all'infuori di una delle scarpette di cristallo, che perde durante la fuga e che diviene oggetto di un proclama per ritrovare la giovane che il principe desidera sposare: chi sarà in grado di calzare la minuscola scarpina, sarà futura sposa del Principe.
All'annuncio di questo proclama in casa Tremaine, la matrigna comprende, dalla reazione della sua figlioccia, che era lei la ragazza misteriosa che il Principe ora cerca e la rinchiude nella sua stanza, prima dell'arrivo del Granduca Monocola, incaricato dal re di far provare la scarpetta a tutte le ragazze del paese.
Anche stavolta l'aiuto dei piccoli amici, che recuperano la chiave dalla tasca della matrigna e liberano Cenerentola, e la provvidenza della Fata, che aveva lasciato l'altra scarpetta alla ragazza, assicurano il lieto fine della storia, permettendo al Granduca di riconoscere la ballerina misteriosa del ballo e portarla al castello.
Morale della favola: nell'essere giusti e buoni si riceve sempre un aiuto, una ricompensa. Occorre dunque sempre comportarsi in modo retto e giusto, credendo nei propri sogni, come ricorda I Sogni son desideri: impegnandosi nel realizzarli si viene premiati, mentre la cattiveria non paga.
Il pregio di questo cartone animato è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi secondari: la storia è conosciuta e scontata, Cenerentola è la classica principessa dal buon cuore, vittima della crudele matrigna (come già Biancaneve prima di lei), ingenua e smaliziata, tanto da non essersi nemmeno accorta che era con il Principe che aveva ballato tutta la sera e il Principe è nient'altro che una presenza idealizzata, che in tutto il film si vede appena e si sente parlare ancora meno.
Il film, però, che comunque rimane sotto le righe rispetto a capolavori precedenti e successivi, è animato dagli altri personaggi, importanti co-protagonisti, più che personaggi secondari, di Cenerentola.
Innanzitutto i topini di cui già abbiamo parlato: buoni e cari, tutti simpatici e pieni d'inventiva, aiutano Cenerentola in ogni occasione e arricchiscono il racconto narrativo, in cui si intercalano le loro avventure col gatto Lucifero, la cui cattiveria è pari a quelle delle sue padrone. Tra fughe e dispetti di ogni sorta da una parte e dall'altra, questa contrapposizione gatto-topo è particolarmente riuscita.
Meno importanti, ma comunque simpatici, gli uccellini azzurri, il cavallo e il cane Tobia.
Venendo ai personaggi umani, estremamente simpatici sono il Gran Duca Monocolao, pieno di sussiego e terrorizzato dal buffo, piccolo, irascibile re e la Fata Smemorina, distratta, ma molto buona.
Tuttaltro che simpatiche, anzi odiose, le sorellastre: viziate e acide, pronte a rivalersi sulla povera Cenerentola anche senza motivo.
Ma peggiore ancora, subdola e malvagia, Madame Tremaine, che ha in odio la figlia del defunto marito e fa di tutto per negarle agio e felicità. Spesso mostrata in ombra, non raggiunge la cattiveria e la maestosità di Grimilde, né incute lo stesso terrore (la regina cattiva di Biancaneve voleva addirittura uccidere la figlioccia, ma a parte la diversità di intenti delle due donne, stabilita dalle fiabe, a tredici anni di distanza dal primo film Disney i tempi sono cambiati e Cenerentola si potrebbe definire il primo lungometraggio interamente adatto ai bambini, specie grazie alla presenza dei divertenti topolini), ma raggiunge in qualche scena momenti di grande fascino, come l'immagine che la ritrae quasi come un gatto, al buio, con solo gli occhi illuminati dalla cattiveria per il proposito che le è appena venuto in mente, di impedire a Cenerentola di provare la scarpetta.
Molti anni dopo, nel 2002 e poi nel 2007 furono prodotti due sequel di Cenerentola, di qualità molto inferiore, destinati esclusivamente all'home video: Cenerentola II - Quando i sogni diventano realtà (costituito da tre episodi distinti) e Cenerentola III - Il gioco del destino, con una trama più consistente.
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